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Il lavoro a distanza permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore (-40%) con notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio).

E’ quanto emerge da una indagine di Enea realizzata in quattro grandi città italiane (Roma, Torino, Bologna e Trento) tra il 2015 ed il 2018.

“Questa importante indagine dimostra che tutte le forme di lavoro a distanza non migliorano solamente la vita dei lavoratori dal punto di vista personale e professionale, ma sono anche un valido strumento per diminuire il traffico e l’inquinamento nelle città” dichiara Gilberto Gini di Smart Workers Union;

“Lo smart working si dimostra sempre di più uno strumento indispensabile per ridurre le emissioni di CO2 , la strada intrapresa dalla politica, che prevede la sostituzione delle auto a combustione con quelle elettriche e la realizzazione di abitazioni green, è lunga e non alla portata economica di tutti i cittadini” continua Gini;

“Il lavoro agile è fattibile, più economico e migliorerebbe la qualità di vita di moltissime città, è arrivato il momento di utilizzarlo su larga scala in tutte quelle prestazioni lavorative dove è possibile adottarlo. Ci aspettiamo provvedimenti in tal senso dai Ministri Calderone e Zangrillo perchè obbligare ancora i lavoratori al lavoro in presenza è sinonimo di non voler vedere quello che ormai è evidente e più che suffragato dai dati, in un momento in cui la PA fatica ad essere attrattiva e le aziende a trovare professionalità, che non si può prescindere dallo smart working.” conclude il sindacalista.

Link al comunicato Enea

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