Dai quotidiani di questi giorni e dai comunicati unitari delle oo.ss del Ministero del lavoro si apprende che la ministra Calderone ha ridotto drasticamente lo smart working all’interno della sua amministrazione.
Infatti nel nuovo regolamento sul lavoro agile si è imposto il passaggio dai 3 giorni a settimana precedenti ai soli 7 giorni mensili, prevedendo addirittura 15 giorni obbligatori di presenza al mese, dichiara Gilberto Gini segretario di Smart Workers Union;
Eppure la ministra Calderone all’inizio del suo mandato aveva parlato positivamente del lavoro agile prevedendo di migliorarare la legge 81/2017 per favorire un miglior bilanciamento tra vita e lavoro. Non si comprendono le motivazioni di questa retromarcia, soprattutto in un Ministero che era diventato un modello sull’organizzazione del lavoro da remoto, continua il sindacalista;
“Se questi sono i presupposti per una riforma della legge sul lavoro agile, si parte proprio con il piede sbagliato, continua Gini, soprattutto è inaccettabile imporre 15 giorni di presenza in ufficio al mese.”
“Se nel 2023, conclude il sindacalista, dopo ben 3 anni di pandemia e di sperimentazione di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni si proponga ancora di fatto di tornare al lavoro in presenza, significa che non si è imparato e colto nulla dagli insegnamenti che sono arrivati da quella esperienza”
“Imporre i provvedimenti dall’alto non porta buoni risultati, ministra revochi immediatamente il nuovo regolamento sul lavoro agile e si confronti con le parti sociali”.
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