lavoro agile per i lavoratori fragili

In queste ore, con grande enfasi, diversi esponenti politici, giornali ed alcune organizzazioni sindacali stanno annunciando il ripristino del diritto allo smart working e delle tutele sanitarie per i lavoratori fragili.

A ben leggere l’art.10 del D.L. 24/2022, riformulato in fase di conversione, le cose non sono esattamente come vengono descritte.

Il diritto allo smart working e le tutele sanitarie vengono di nuovo previste solo per quei lavoratori “superfragili” cioè quelli rientranti nelle condizioni e patologie previste dal decreto interministeriale del 4 febbraio 2022. Tutti gli altri lavoratori “fragili”, che rientravano nel decreto “Cura Italia” sono costretti alla prestazione lavorativa in presenza, o ad assentarsi con la malattia ordinaria con il conseguente aggravio sul periodo di comporto.

Se l’intenzione del legislatore era quella di tutelare tutta la categoria dei fragili è evidente che non è riuscito nel suo intento. Così legiferando ha creato una disparità tra lavoratori fragili che non ha precedenti.

A nostro avviso, per tutelare i lavoratori pubblici e privati in condizioni di fragilità, va innanzitutto ripristinata l’equità di trattamento con la cancellazione del decreto interministeriale del 4 febbraio 2022, ed introdotta una disciplina organica che prevede forme di tutela, come l’accomodamento ragionevole, che consenta, a tutti i lavoratori in condizioni di salute particolari di svolgere la prestazione lavorativa tutelando la propria salute.

Auspicando che il testo venga ulteriormente modificato entro il 23 maggio prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale a favore di tutta la platea dei lavoratori fragili, nei prossimi giorni adotteremo iniziative per chiedere la cancellazione del decreto interministeriale del 4 febbraio 2022.

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