tutela lavoratore fragile

La bozza di decreto, che determina le patologie per le quali i lavoratori del lavoro pubblico e privato vengono ritenuti “fragili” e maturano il conseguente diritto al lavoro agile o vengono adibiti a mansioni differenti se comprese nella medesima categoria o area di inquadramento, presenta un elenco di malattie e casi a rischio di gravi complicanze in caso di Covid-19 decimato di diverse condizioni che sono state ingiustamente tagliate fuori.

Ad annunciare il giro di vite era stato il decreto legge 24 dicembre 2021 n.221  che ha allungato lo stato di emergenza ed ha previsto l’adozione di un provvedimento interministeriale (Salute, Lavoro e Pa) finalizzato a individuare le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità.

Il risultato finale è che la bozza di decreto interministeriale ha tagliato fuori da tale elencazione una serie di patologie a rischio di gravi complicanze in caso di malattia da Covid-19.

Pensiamo a tutte quelle patologie autoimmuni, rare, che causano dei disordini della coagulazione in senso trombofilico, malattie che di per sé predispongono ad aumentato rischio di trombosi come ad esempio il lupus, la sindrome da anticorpi anti fosfolipidi etc., il deficit congenito di proteina C, di proteina S, etc. etc., figuriamoci in caso di infezione da Sars-Cov2 (con rischio di embolia polmonare, TVP, infarti, ictus…).

Inoltre a tante patologie polmonari importanti (bronchiectasie, ipertensione polmonare, asma grave…) non menzionate, e a tutte quelle forme di cancro (anch’esse gravate da rischio trombotico) che, stando a questa lista, oltre i 6 mesi dal completamento della chemioterapia o altre terapie specifiche non sono più considerate a rischio e meritevoli di tutela, quando invece il recente report di Epicentro I.S.S. (Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia, aggiornato al 10 gennaio 2022) prende in considerazione il “cancro attivo negli ultimi 5 anni”, come condizione di elevato rischio di mortalità in caso di malattia Covid.

Per questi gravi motivi abbiamo deciso di scrivere al Presidente Draghi e ai ministri competenti, perché rinviassero il provvedimento a fine pandemia, previo un confronto con le organizzazioni sindacali.

Leggi e scarica la nota inviata al Governo cliccando qui

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