Lavoratori fragili

Con l’approvazione della Legge di Bilancio è stata prevista una nuova proroga che assicura lo smart working, fino al 31 marzo 2023, ai soli lavoratori “fragili” del lavoro privato e pubblico.

Ad individuare i soggetti aventi diritto al lavoro agile è il DM 4 febbraio 2022 che elenca le patologie e le condizioni di salute per le quali il datore di lavoro deve assicurare lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti senza alcune decurtazione della retribuzione in godimento.

Laddove i contratti collettivi nazionali contengano misure più favorevoli vengono applicati quest’ultimi.

A nostro avviso questo provvedimento dimostra l’arretratezza culturale e politica in tema di lavoro nel nostro paese e non raggiunge neanche gli scopi per il quale è stato pensato e approvato.

Se realmente si volevano tutelare tutti i lavoratori fragili non si doveva limitare la platea degli aventi diritto alle sole condizioni previste dal DM 4 febbraio 2022. Il decreto interministeriale ha tagliato fuori da tale elencazione una serie di patologie a rischio di gravi complicanze in caso di malattia da Covid-19, fenomeno di nuovo in crescita.

Senza dimenticare che sono stati esclusi dalle tutele anche quei lavoratori “fragili” che non svolgono una mansione remotizzabile e che sono impossibilitati a svolgere diversa mansione.

In questi quasi tre anni di Pandemia nessun Governo ha pensato di realizzare misure strutturali per tutelare i lavoratori fragili, per sostenere chi assiste famigliari e per sostenere le famiglie, si è sempre preferito ragionare sull’emergenza, sul provvedimento tappabuchi e su misure assistenziali o di pseudo-welfare.

Sarebbe bastato applicare l’istituto dell’accomodamento ragionevole per i lavoratori fragili e con particolari problematiche di salute, aumentare le giornate retribuite per chi assiste un famigliare disabile, e prevedere particolari congedi parentali per chi ha figli under 14.

Invece siamo qui a parlare dell’ennesima proroga e di un diritto allo smartworking che è ben lontano dall’essere una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che può essere utilizzata da qualunque lavoratore al di là della propria condizione di salute o famigliare.

Le proroghe non risolvono i problemi, dividono e scontentano i lavoratori. Il diritto allo smart working deve essere previsto per tutti.

Leggi il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in particolare il comma 306

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