L’Inail ha pubblicato on line il nono report nazionale sui contagi da Covid-19 sul lavoro, correlato anche dalle schede di approfondimento delle 19 regioni italiane e delle due province autonome di Trento e Bolzano.
I casi di infezione da Covid-19 di origine professionale denunciati all’Inail alla data del 30 settembre sono 54.128, pari a circa il 15% del complesso delle denunce pervenute dall’inizio dell’anno, con un’incidenza del 17,2% rispetto al totale dei contagi nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (51,2%) e aprile (33,8%).
Purtroppo, rispetto al report precedente, va registrato un incremento di 1.919 denunce in più, di cui solo 1.127 nel mese di settembre. I decessi registrati sono 319 con un incremento di 16 unità, colpiti soprattutto gli uomini nella fascia di età 50-64. La zona di maggior contagio si conferma il Nord-Est seguita dal Nord-Ovest.
Le attività più colpite sono le professioni legate alla sanità e all’assistenza sociale, a seguire il lavoro privato con tutte quelle attività legate ai servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il manifatturiero (tra cui gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici e farmaceutici, stampa, industria alimentare ed infine le attività dei servizi di alloggio e ristorazione.
I periodi di maggior contagio sono legati strettamente all’attività svolta, mentre per le professioni legate alla sanità va registrata una crescita nei primi quattro mesi dell’anno ed un decrescita nei successivi quattro, per tutti gli altri settori va registrata un aumento dei contagi legati alla ripresa delle attività sospese durante il lockdown.
Il rapporto dice chiaramente che è in atto da settembre una ripresa dei contagi e che con la ripartenza delle attività cresce l’incidenza di altre professioni sul totale delle infezioni da Covid-19 denunciate.
È necessario un intervento urgente del governo per limitare il lavoro in presenza (privato e pubblico), favorendo in tutti i casi dove è applicabile la prestazione lavorativa da remoto per salvaguardare la salute dei lavoratori.
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