Durante la quarantena a casa è vietato lavorare, anche se il dipendente si sente bene.
Questo divieto è contenuto nei decreti Cura Italia e Rilancio. Il periodo di isolamento preventivo è equiparato alla malattia e non si può lavorare nemmeno in smartworking, anche se non è ancora certo che sia avvenuto il contagio.
Secondo l’ISS, nell’ultimo mese si sono avuti 21.724 casi positivi, di cui il 75% in età da lavoro. Di queste, oltre il 65% sono asintomatiche, circa 10mila persone. Mentre all’inizio della pandemia i tamponi venivano fatti soltanto a chi presentava sintomi, vista la situazione di emergenza, adesso sono utilizzati in via preventiva per tracciare i contatti a rischio e arginare i focolai: di conseguenza aumenta la quota degli asintomatici.
Secondo Cesare Pozzoli, partner dello studio legale milanese Chiello-Pozzoli, intervistato dal Corriere della Sera -. Si potrebbe valutare la possibilità di far lavorare in smart working gli asintomatici, quando c’è il consenso del dipendente”.
Nei prossimi giorni il governo incontrerà le aziende e i sindacati per affrontare la questione dello smart working, attivabile senza accordo fino al 15 ottobre. Uno dei temi potrebbe essere proprio la possibilità di far lavorare da casa i positivi senza sintomi.