Uno studio realizzato da Fondazione Bruno Kessler, Istituto superiore di sanità ed Inail, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States, afferma che l’incidenza delle infezioni è alta anche con un Rt minore di 1 e che vanno ridotte le riaperture ed i contatti sociali.

Nello studio, basato sui dati della “prima ondata” dell’epidemia da Covid-19, è emerso che per permettere margine di azione dopo il rilascio delle restrizioni è necessario un Rt minore di 1, mentre la bassa incidenza è necessaria per mantenere il livello dei casi.

La ricerca mostra che i contatti nel mondo del lavoro, escludendo i servizi essenziali come quelli sanitari, potrebbero non incidere molto sulla trasmissibilità di Sars-CoV-2 ma sottolinea l’importanza di favorire il più possibile lo smart working, dove possibile.

Sulla riapertura delle scuole, dagli asili fino alle scuole medie, si evidenzia che potrebbe avere un impatto limitato sulla trasmissibilità del virus a causa della minor suscettibilità all’infezione di bambini e ragazzi fino a circa 14 anni di età.

Mentre riattivare quasi completamente i contatti sociali e le scuole di ogni ordine e grado, come avvenuto in tarda estate, può risultare in un’onda epidemica non contenibile senza severe misure restrittive.

L’analisi infine suggerisce che gli effetti delle riaperture possono essere diversi da regione a regione, a seguito dei diversi livelli di immunità raggiunta e che potrebbe esserci anche un possibile ruolo della struttura demografica, con un minore impatto di Covid-19 nelle regioni con popolazione più giovane.

Considerati i dati dell’analisi presentata, è evidente che il Governo deve prevedere una riapertura minima delle scuole e rafforzare lo smart working nei luoghi di lavoro tenendo conto che un elevato uso del trasporto pubblico locale produce possibili assembramenti e contatti promiscui.

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