no alla tassa sullo smart working

In questi giorni ha fatto molto discutere una proposta della Deutsche Bank che ha suggerito di tassare i lavoratori in smart working perchè avrebbero una posizione di vantaggio per aver conservato lavoro e reddito a discapito di altre categorie.

Secondo la banca il contributo dovrebbe essere di tipo solidaristico e andrebbe a sostenere quelle persone che causa Covid-19, hanno perso parte del reddito o addirittura il lavoro.

Se l’obiettivo deve essere quello di trovare risorse pubbliche attraverso il fisco per aiutare le vittime economiche della pandemia, non è certo dai lavoratori dipendenti che bisogna partire.

Si cominci piuttosto dagli evasori fiscali considerato che ogni anno mancano di media alle casse dello Stato 107 miliardi di euro e si utilizzino tutti quesi risparmi economici che fino a questo momento il lavoro agile ha procurato.

Se il governo varasse una riforma fiscale rigorosa, improntata all’equità, chiara, equa e giusta, riuscirebbe ad aiutare anche quei lavoratori e quelle categorie che si trovano in difficoltà economiche in questo momento.

Inoltre non va dimenticato che nel nostro paese grazie alla legge 81/2017, lo Smart Workers non può essere penalizzato né in termini economici, né di carriera e che il lavoro agile non è un privilegio come sostengono alcuni, ma si ottiene tramite un accordo individuale tra lavoratore e datore di lavoro modificabile in qualsiasi momento.

L’idea della #SmartTax a nostro avviso non ha alcun senso, perché verrebbe tassata una categoria di lavoratori, i quali producendo e vivendo meglio, porterebbero un vantaggio anche economico per la propria azienda e per il proprio Stato.

Il lavoro agile deve diventare una conquista della società del nostro tempo, perché distribuisce in maniera più equa la ricchezza e migliora la qualità della vita dei lavoratori portando vantaggi a tutti.

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