L'immagine mostra la torre delle Generali a Milano con l'insegna rotta. smart working per cause di forza maggiore

Smart working per cause di forza maggiore? Il cedimento dell’insegna della torre Hadid, sede della compagnia delle assicurazioni Generali a Milano City Life, riapre il dibattito sull’utilizzo del lavoro da remoto nei casi di calamità naturali e di forza maggiore.

Si è sempre sostenuto da più parti che il lavoro agile è solo una modalità organizzativa di esecuzione della prestazione lavorativa, che può essere adottato da aziende o da amministrazioni pubbliche, ma che non deve essere utilizzato come misura assistenziale, per affrontare le calamità naturali o le emergenze.

A differenza di quanto si sostiene, questa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, si è mostrata molto utile con grandi capacità di adattamento alle situazioni più disparate, con grande sollievo e soddisfazione da parte dei lavoratori.

Nel nostro paese l’approccio da parte delle aziende non è stato sempre lo stesso, nell’ultimo anno abbiamo abbiamo avuto comportamenti diversi, analizziamone qualcuno:

Il Caso Eni

Uno degli accordi sindacali che ha previsto lo smart working per cause di forza maggiore è quello della società Eni. Nel testo sono previste, come cause di forza maggiore, situazioni particolari come calamità naturali (ad esempio neve con conseguenti blocchi stradali o di trasporto), eventi pandemici, eventi meteorologici, eventi di rilevanza nazionale e internazionale come il Giubileo.

Il caso Generali

Anche la compagnia assicurativa Generali si è dimostrata favorevole ad utilizzare il lavoro agile nel caso del cedimento dell’insegna della sede milanese per preservare la salute e sicurezza delle persone e la continuità operativa, ha subito attivato lo smart working con una semplice informativa sindacale tramite un’ email ai lavoratori.

Il caso Unipol

Unipol ha dimostrato scarsa inclinazione verso il lavoro agile. A marzo 2025, mentre le scuole di Bologna chiudevano e le autorità consigliavano di preferire il lavoro agile per il rischio di forti temporali e dissesti idrogeologici, la compagnia assicurativa ha respinto la richiesta dei sindacati di concedere ai dipendenti la possibilità di lavorare da remoto.

Il Giubileo di Roma

A Roma nell’ambito del Giubileo è stato siglato un accordo quadro da parte del comune di Roma, della Regione Lazio e della Città metropolitana con le organizzazioni datoriali e sindacali per promuovere e rafforzare lo smart working tra i dipendenti pubblici e privati nel periodo dell’anno santo.

I fatti parlano chiaro: mentre alcune aziende hanno saputo integrare strategicamente il lavoro agile, altre rimangono ancorate a una visione obsoleta.

Il nostro sindacato si batte per superare questa mentalità arretrata e affermare il diritto di lavorare in sicurezza e con flessibilità. Non possiamo permettere che l’immobilismo comprometta il benessere dei dipendenti.

È tempo di unirci e pretendere che tutte le aziende adottino il lavoro agile come strumento di progresso. Solo attraverso la determinazione generale conquisteremo condizioni di lavoro più moderne e dignitose.

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