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Apprendiamo dal sito web del sindacato svizzero OCST che la “Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) ha comunicato che l’Accordo amichevole sul telelavoro sottoscritto con l’Italia cesserà di applicarsi con il 31 gennaio 2023.”

“A partire dunque dal 1° febbraio 2023 torneranno in vigore le vecchie regole che concernono la tassazione del reddito da lavoro prodotto nei giorni di telelavoro. Si tratta di una decisione che sorprende in negativo, in quanto va in controtendenza rispetto alla decisione dell’Unione Europea che al contrario aveva deciso di sospendere fino al 30 giugno 2023 le implicazioni prodotte dal telelavoro dei frontalieri sul piano delle assicurazioni sociali.”

Il sindacato svizzero si sta già muovendo per sollecitare i Governi di Italia e Svizzera a sottoscrivere un nuovo Accordo amichevole che possa assicurare una maggiore flessibilità ai lavoratori e alle imprese.

Ad aggravare la situazione è intervenuta successivamente la risposta n.171 del 26/01/2023 dell’Agenzia delle Entrate che stabilisce che con un solo giorno di telelavoro in territorio italiano viene meno il benefico della tassazione esclusiva del reddito da lavoro in Svizzera.

“L’interpretazione fornita dall’Agenzia delle Entrate si basa sul principio della violazione del “rientro giornaliero”. Questo elemento è infatti da sempre una condizione necessaria per poter beneficiare della tassazione esclusiva del reddito da lavoro in Svizzera in base a quanto previsto dall’Accordo sulla tassazione dei frontalieri del 1974. L’Agenzia ha ora deciso di interpretare questo criterio alla lettera (con un formalismo che distrugge ogni buonsenso). Secondo l’erario con il telelavoro di fatto il frontaliere interrompe questo meccanismo e questo lo porrebbe fuori dal dettato dell’Accordo del 1974, facendolo rientrare nella più generale Convenzione contro le doppie imposizioni.”

“Tradotto in parole più semplici: per poter pagare le tasse solo in Svizzera è necessario che il frontaliere non lavori nemmeno un intero giorno dal proprio domicilio (faranno eccezione i giorni parzialmente lavorati da casa, cioè quelle giornate in cui il frontaliere valicherà comunque il confine e si recherà in Svizzera, seppur per una parte ridotta del tempo di lavoro).”

Nelle ultimissime ore sembrerebbe aprirsi uno spiraglio. Sono stati infatti depositati tre ordini del giorno in Senato al fine di valutare l’ipotesi di un nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia. L’ipotesi sarebbe quella di adottare il “modello francese”, dove il telelavoro è consentito fino ad un massimo del 40% del tempo di lavoro annuale.

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