Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 49 del 27 febbraio 2023 il testo di conversione del Dl 198/2022 “milleproroghe” (ora legge 14/2023).
In tema di lavoro agile intervengono due commi:
l’art. 9 comma 4 ter che dispone ” Il termine previsto dall’articolo 10, comma 2, del decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 maggio 2022, n. 52, con riferimento alla disposizione di cui al punto 2 dell’allegato B annesso al medesimo decreto-legge, e’ prorogato al 30 giugno 2023.“
In sostanza si estende fino al 30 giugno 2023 la possibilità di avvalersi dell’istituto del lavoro agile per i dipendenti, pubblici e privati, rientranti nelle situazioni di fragilità di cui al Dm 4 febbraio 2022;
e l’art. 9 comma 5 ter che prevede fino al 30 giugno 2023, per i soli lavoratori del privato, il diritto al lavoro agile per i genitori di figli under 14 a condizione che la prestazione sia compatibile con tale modalità e che nel nucleo famigliare non vi sia l’altro genitore senza impiego o beneficiario di misure di sostegno al reddito.
Questi provvedimenti a nostro avviso sono profondamente sbagliati perchè non fanno altro che dividere i lavoratori e tutelere solo una piccola parte di questi.
Se realmente si volevano tutelare tutti i lavoratori fragili non si doveva limitare la platea degli aventi diritto alle sole condizioni previste dal DM 4 febbraio 2022. Il decreto interministeriale ha tagliato fuori da tale elencazione una serie di patologie a rischio di gravi complicanze in caso di malattia da Covid-19, che erano previste nel “Cura Italia”.
Senza dimenticare che sono stati esclusi dalle tutele anche quei lavoratori “fragili” che non possono svolgere una mansione remotizzabile e che sono impossibilitati a svolgerne una diversa.
Va infine sottolineato che è altrettanto grave la differenziazione di trattamento tra lavoratori pubblici e privati per chi ha figli under 14 e nell’adozione degli accordi individuali che non sono obbligatori nel lavoro privato.
Come al solito siamo a commentare dell’ennesima proroga e di un diritto allo smartworking che è ben lontano dall’essere una modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che può essere utilizzata da qualunque lavoratore al di là della propria condizione di salute o famigliare.
Le proroghe non risolvono i problemi, dividono e scontentano i lavoratori. Il diritto allo smart working deve essere previsto per tutti.
Scarica e leggi il testo coordinato e completo del “milleproroghe”
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