salario minimo

Il CNEL ha sentenziato, il salario minimo per legge non è necessario.

A seguito del mandato ricevuto dal Presidente del Consiglio, il CNEL ha espresso un parere negativo sull’introduzione del salario minimo legale in Italia.

Salario minimo o contrattazione collettiva?

Secondo il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro la copertura dei CCNL firmati da CGIL, CISL e UIL e altri sindacati autonomi è superiore al 97%, ben oltre la soglia dell’80% prevista dalla direttiva europea, misura minima per la quale diventa necessario un intervento legislativo che determini un salario minimo legale.

Sempre secondo il Consiglio “il buon funzionamento della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari è uno strumento importante attraverso il quale garantire che i lavoratori siano tutelati da salari minimi adeguati che garantiscano quindi un tenore di vita dignitoso (…). Una contrattazione collettiva solida e ben funzionante, unita a un’elevata copertura dei contratti collettivi settoriali o intersettoriali, rafforza l’adeguatezza e la copertura dei salari minimi”.

In sostanza le conclusioni del CNEL vertono sul fatto che, poiché è alta la percentuale di lavoratori coperti da un CCNL, solamente un 2-3% di lavoratori (agricoli e badanti) rimane esclusa dalla contrattazione collettiva, il salario minimo legale non è necessario.

Cosa non ci convince del documento del CNEL

Ci sono molti aspetti su cui vale la pena fare una riflessione sulle conclusioni del Consiglio Nazionale:

  • I dati sulle retribuzioni su cui si basa il documento sono parziali e non aggiornati ” la situazione italiana appare carente, nella lettura dei materiali forniti da ISTAT, INPS, Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Banca d’Italia, (cit. dal documento stesso);
  • Il documento è troppo autoreferenziale, il Consiglio formato dai sindacati rappresentativi e dalle associazioni di categoria non può criticare il lavoro fatto da loro stessi, infatti viene esaltata la contrattazione collettiva indicata come l’unica strada percorribile;
  • L’elevata copertura copertura dei contratti collettivi settoriali o intersettoriale non garantisce da sola un salario dignitoso se poi come afferma lo stesso CNEL i contratti non vengono rinnovati alla loro naturale scadenza;
  • il problema dei salari in Italia non è un problema di bassa produttività, ma piuttosto di tariffe orarie non adeguate al costo della vita.

Salario minimo per legge

A nostro avviso l’introduzione di un salario minimo legale porterebbe molti benefici ai lavoratori ed alla contrattazione in generale, coprirebbe quel 2-3% di lavoratori attualmente scoperti, si applicherebbe il minimo a tutti i lavoratori indistintamente senza togliere efficacia alla contrattazione collettiva e diminuirebbe il potere di contrattazione datoriale.

Anche la Suprema Corte di Cassazione si è espressa ultimamente sul salario minimo smentendo di fatto il CNEL.

Con la sentenza 27711/2023 ha stabilito che il salario minimo possa essere fissato anche da un giudice quando la contrattazione collettiva entra in contrasto con i criteri normativi di proporzionalità e sufficienza della retribuzione dettati dall’art.36 della Costituzione.

Leggi e scarica la relazione completa del CNEL sul salario minimo

Leggi e scarica la sentenza 27711/2023 della Cassazione

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