Presidenza Consiglio dei Ministri

Pubblicata la bozza dell’atto di indirizzo per i rinnovi contrattuali 2019-2021 della pubblica amministrazione.

In tema di smart working il documento si prefigge lo scopo di regolamentare il lavoro agile, oltre la fase emergenziale, stabilendo che il CCNL dovrà contenere la cornice sul cui ambito dovrà realizzarsi l’accordo tra il lavoratore e l’amministrazione così come stabilito dalla legge 81/2017 in particolare l’art.18.

L’atto di indirizzo introduce una sostanziale novità in tema, stabilendo che lo smart working non è un diritto soggettivo del lavoratore, ma una delle possibili modalità lavorative che andrà adottata ove sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità.

La parte conclusiva riguardante il lavoro agile stabilisce che il CCNL, rispetto a questa tipologia organizzativa del lavoro, dovrà disciplinare anche altri aspetti come disconnessione, contattabilità, formazione, permessi e assenze, relazioni e diritti sindacali, e tutti gli altri istituti che necessitano di essere rivisti perché attinenti alla remotizzazione del lavoro.

Appare evidente che con l’impostazione data saranno abbandonate le percentuali minime adottate dal precedente Ministro della Pubblica Amministrazione in favore di una decisione in capo esclusivamente al datore di lavoro.

A nostro avviso siamo di fronte ad un grosso passo indietro in materia di smart working nella pubblica amministrazione.

Se le percentuali minime stabilite ed i POLA avevano avuto la funzione di sollecitare una pigrizia istituzionale nell’adottare la nuova organizzazione del lavoro, le previsioni per il futuro non sono rosee, considerando la mentalità prevalente nella PA per il lavoro in presenza e l’arretratezza tecnologica delle amministrazioni italiane.

Come si pensa di favorire lo SW nella PA se si lascia la decisione in mano a chi non lo adottava in precedenza subordinandolo ad uffici con requisiti organizzativi e tecnologici ?

Auspicandoci che la bozza venga modificata, spiace anche constatare che lo smart working in questo caso è stato affrontato come materia a se stante, non tenendo in considerazione i tanti temi legati a questa modalità organizzativa del lavoro, come l’impatto ambientale, riduzione del pendolarismo, riduzione dei costi per lo Stato, maggior efficienza e produttività e il miglioramento della qualità del lavoro.

Scarica e leggi l’atto di indirizzo per la PA completo qui

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