La Direzione Centrale per gli affari generali e le politiche del personale della Polizia di Stato, rispondendo ad una nota di un sindacato di categoria, ha dichiarato che lo smart working è incompatibile con le mansioni del comparto sicurezza.
Il fatto
La nota sindacale in questione chiedeva, agli uffici competenti del Dipartimento, di valutare la possibilità di reintrodurre lo smart working per quei colleghi che devono assistere una famigliare con disabilità grave riconosciuta.
Secondo il Dipartimento, l’istituto del lavoro agile ha natura temporanea e straordinaria, ed è servito solo per fronteggiare la recente pandemia.
Per questi motivi, secondo la Direzione del personale, venendo meno lo stato di emergenza, sono venuti meno anche i presupposti che hanno dato luogo all’utilizzo dello stesso.
Per i vertici della Polizia di Stato, anche se alcune categorie di lavoratori della PA lo utilizzano ancora, “a legislazione vigente, il lavoro agile risulta incompatibile con le mansioni e le attività del comparto sicurezza da rendere, inevitabilmente, in presenza per la specificità dello status rivestito e la peculiarietà dei compiti istituzionali demandati.”
Il nostro commento
La prima cosa che ci ha lasciato senza parole è che l’ufficio delle relazioni sindacali della Polizia di Stato ha risposto alla domanda posta dal sindacato dopo ben 6 mesi di tempo, il quesito posto è datato 22 settembre 2023 mentre la risposta è del 10 aprile 2024.
Una risposta che ha tutte le caratteristiche della cultura del “lavoro basato sul controllo e la presenza”, che vede il periodo pandemico come una parentesi da chiudere in fretta per tornare all’antico.
Inoltre le mansioni del comparto sicurezza, che è composto da Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanzia non sono del tutto incompatibili con il lavoro agile. Molti sono infatti i lavoratori che svolgono funzioni amministrative e di indagini telematiche che potrebbero essere eseguite anche da remoto.
Infine, non per ordine di importanza, va ricordato ai vertici della Polizia di Stato che i presupposti per l’assistenza ad un famigliare con una disabilità grave e riconosciuta non vengono mai meno, e andrebbero previste formule di lavoro flessibile per chi ne ha necessità.
Leggi la lettera di risposta dell’ufficio relazioni sindacali della Polizia di Stato
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