Finalmente i dirigenti pubblici saranno reclutati anche sulla base delle loro capacità nella relazione con le persone e con le situazioni.
A molti non addetti ai lavori apparirà incredibile, eppure fino ad oggi il reclutamento dei dirigenti pubblici non prende per nulla in considerazione, salvo rarissime eccezioni, le competenze in materia di gestione delle relazioni umane, di gestione delle situazioni e delle nuove tipologie di organizzazione del lavoro.
In futuro, per essere assunti come dirigenti pubblici, occorrerà invece, necessariamente, sapersi relazionare a persone e situazioni. A stabilirlo sono le nuove Linee Guida sull’accesso alla dirigenza pubblica (che potete leggere qui), elaborate dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, a cui la legge affida il reclutamento dei dirigenti statali.
Prove situazionali, colloqui motivazionali, giochi di ruolo, casi gestionali: sono solo alcune delle nuove tipologie di verifica che saranno operate con i prossimi concorsi per l’assunzione dei dirigenti pubblici.
Utenti, imprenditori e lavoratori pubblici avranno di che esultare…
Finora i dirigenti erano reclutati esclusivamente sulla base delle loro conoscenze: questo tipo di reclutamento ha generato, salvo rarissime e casuali eccezioni, una figura dirigenziale poco propensa alla relazione con i lavoratori, con gli utenti, con gli imprenditori e con i media. Gli uffici pubblici, nel loro grigiore burocratico, erano, e sono, il coerente riflesso delle caratteristiche di “questo” tipo di dirigente.
Le nuove linee trasformano radicalmente il profilo del Dirigente Pubblico e quindi della stessa Pubblica Amministrazione.
L’autorevole comitato di esperti che ha lavorato alla elaborazione delle Linee Guida ha dunque messo in luce, di fatto, che esiste – da sempre, si può qui aggiungere – un errore strutturale nella visione che ha ispirato finora l’organizzazione pubblica e la vita degli uffici pubblici.
Stando alle linee guida, in futuro, negli uffici pubblici avremo dirigenti che ascoltano, motivano, coinvolgono, rispettano le vocazioni e le caratteristiche anche personali dei lavoratori. Dirigenti che considereranno i lavoratori (e non solo) come “persone” e non più come “numeri” o come “pratiche”. Una nuova visione organizzativa del lavoro. Una nuova Pubblica Amministrazione.
Ti potrebbe interessare
- Sostenibilità Ambientale: ignorato il lavoro agile al Consiglio laziale
- Elezioni RSU 2025 del pubblico impiego: sottoscritto il protocollo
- Smart Working a Roma: solo un invito per la PA durante il Giubileo
- Smart working in Italia: i dati dell’Osservatorio
- Settimana corta nella PA: uno specchietto per le allodole