Dopo aver diminuito il lavoro agile in Regione Lazio, da 8 giornate al mese a 6, i vertici della Giunta Rocca hanno deciso di disapplicare anche quello che loro stessi avevano stabilito nel PIAO 2024-26.
L’allegato disciplinare sul lavoro agile, contenuto nel piano integrato di attività ed integrazione, prevede che in presenza di alcune condizioni personali, famigliari e di salute, il direttore possa autorizzare più di 6 giornate di lavoro agile, anche derogando al principio della prevalenza del lavoro in presenza.
Ma, a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle nuove richieste di lavoro agile, i vertici della Giunta hanno deciso unilateralmente di concedere solo 6 giornate di smart working a tutti, a prescindere dalle condizioni personali e senza dare motivazioni ai lavoratori.
Un cambio di indirizzo che conferma l’avversità al lavoro agile, da subito dimostrata, dai vertici di questa amministrazione, che preferisce il ritorno al lavoro in presenza senza avanzare aperture a soluzioni di lavoro flessibile che facilitano la conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei dipendenti.
Un decisione, quella della Regione Lazio che va contro le lavoratrici ed i lavoratori, che non rispetta minimamente le indicazioni contenute nella Direttiva del Ministro della Pubblica Amministrazione del 29 dicembre 2023 sul lavoro agile.
Una presa di posizione che dimostra chiaramente che non si vogliono attuare politiche a favore delle famiglie e dei lavoratori, che non c’è interesse alla diminuzione del traffico e alla conseguente diminuzione delle emissioni di Co2, e sostenere misure in favore dell’ambiente.
Un arretramento dell’organizzazione del lavoro del genere deve essere necessariamente contrastata con tutti i mezzi a disposizione, perché figlia di quella cultura ottocentesca che vuole il lavoro solo in presenza e sotto stretto controllo del datore di lavoro, modalità che noi combattiamo per nostra natura.
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