Pubblichiamo il resoconto del questionario sullo smartworking nella regione Veneto.
La Regione del Veneto non si è fatta trovare impreparata di fronte al lockdown imposto dall’emergenza Covid: già dal 2018 l’organizzazione regionale sta sperimentando il lavoro agile, con quasi un centinaio di lavoratori in modalità ‘smart’, avendo aderito al progetto europeo ‘Vela’ insieme ad alcune regioni pilota. La ‘macchina’ dell’amministrazione
regionale ha pertanto superato questa inedita e imprevista fase facendo tesoro di quanto la Pubblica Amministrazione ha sperimentato e innovato negli anni precedenti.
Grazie agli investimenti digitali fatti, e al grande senso di responsabilità messo in campo da dipendenti e dirigenti che nei mesi di lockdown hanno lavorato da remoto, la Regione ha dato continuità ai propri compiti istituzionali. Così come tante aziende e organizzazioni che
hanno sperimentato modelli e pratiche di smart work in contesti di diversa tipologia e di diverse dimensioni, dalle piccole imprese artigiane alle grandi industrie manifatturiere, contribuendo a portare avanti un processo di cambiamento culturale sul tema del lavoro agile e delle nuove forme di lavoro più flessibili in grado di rispondere ai bisogni non solo
delle persone, ma anche delle aziende stesse.
Ora intendiamo analizzare con attenzione luci e ombre di questa esperienza, che ha scalfito luoghi comuni e contribuito a superare molti pre-giudizi, al fine di poterne valorizzarne i punti di forza. Lavoro agile non significa ‘io resto a casa’, ma lavorare per obiettivi, con progetti, conciliando al meglio diverse funzioni. L’obiettivo ultimo resta quello di rafforzare
la capacità istituzionale degli enti, avvicinarli ancor più ai cittadini attraverso servizi e procedure più veloci e più efficienti. Il primo passo, imprescindibile, non può che essere un solido investimento sulle persone per far crescere la cultura digitale dei nostri dipendenti.
Assessorato all’Istruzione, formazione lavoro e Pari Opportunità
REGIONE DEL VENETO
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