Con l’emendamento presentato da Baldino (M5S) insieme alla Funzione Pubblica approvato in commissione bilancio al decreto “Rilancio”, si provano a gettare le basi per una riorganizzazione del lavoro nella PA, prevedendo una soluzione ponte che traghetterà il pubblico impiego ad avere fino al 60% di lavoratori in modalità agile a partire dal 2021.

L’emendamento prevede nella prima parte che fino al 15 settembre 2020 la presenza negli uffici pubblici deve rimanere limitata solo a quelle attività indifferibili e che fino al 31 dicembre 2020 le amministrazioni potranno applicare lo smart working senza bisogno di accordi individuali con il lavoratore e senza gli obblighi formativi ad almeno il 50% del personale che svolge le attività che possono essere svolte anche da remoto. Le amministrazioni dovranno inoltre introdurre orari flessibili e soluzioni digitali per garantire i servizi all’utenza.

La seconda parte dell’emendamento stabilisce che ogni amministrazione dovrà scrivere entro il 31 dicembre di ogni anno il “Piano per l’organizzazione del lavoro agile” sentendo le organizzazioni sindacali. Nel piano dovranno essere indicate tutte quelle attività che possono essere svolte in maniera agile, prevedendo che almeno il 60% dei dipendenti che svolge quel tipo di attività lo possa farla in modalità smart working.

Sicuramente un passo importante che apprezziamo da parte del Governo che può segnare la strada del cambiamento e dell’innovazione digitale nella pubblica amministrazione del nostro paese.

Smart Workers Union.

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