Il Messaggero

E’ notizia di questi giorni che una buona parte della publica amministrazione italiana sta preparando piani straordinari per fronteggiare il caro/bollette anche attraverso l’utilizzo dello smart working.

Alcune amministrazioni pubbliche aumenteranno l’utilizzo del lavoro agile ed altre, come sembra il comune di Milano, obbligherà i dipendenti a lavorare da casa alcuni giorni specifici.

Sebbene siamo fermamente convinti che il lavoro agile possa aiutare i lavoratori a fronteggiare i vari aumenti come quello della benzina e dell’energia, sulle misure che starebbero per essere adottate vanno fatte alcune riflessioni importanti:

  • Le amministrazioni continuano a mantenere una logica emergenziale sul lavoro agile anzichè prevederne il suo utilizzo, il più esteso possibile, attraverso i PIAO, con la conseguenza che ad emergenza terminata faranno rientrare i lavoratori ad operare in presenza ;
  • L’imporre giornate fisse snatura l’istituto del lavoro da remoto, diminuendo così la flessibilità oraria ai lavoratori non favorendo di fatto la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
  • Lo stabilire che le misure pensate per fronteggiare il caro/energia non saranno adottate per tutti gli uffici, ma solo per quelli senza servizi di sportello e di contatto con i cittadini, denota come sia ancora prevalente nella pubblica amministrazione la mentalità del “servizio erogato solo in presenza” ;
  • Infine non va sottovalutato il fattore “spesa”, non tanto per gli eventuali aumenti dei costi energetici a carico dei lavoratori, che con i dati pubblicati da “Terna S.p.A.” abbiamo dimostrato crescere solo dell’1%, ma del principio che alcune spese, che devono essere necessariamente a carico dei datori di lavoro per via della loro natura contrattuale, possono essere spostate sui lavoratori con la motivazione dell’emergenza.
Dati Pubblicati da Terna S.p.A

Le nostre considerazioni finali sono piuttosto negative, proprio perché le misure pensate per affrontare il caro/vita vengono messe in atto solo perchè convengono alla parte datoriale pubblica e non anche per aumentare il benessere dei lavoratori ed accrescere l’efficenza della PA con i servizi digitali.

Nessuno nega che in un momento storico difficile come questo il risparmio assume una certa importanza, ma utilizzare il lavoro agile solo con questa motivazione è piuttosto riduttivo e figlio di una cultura arretrata del lavoro.

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