Nella nuova bozza del contratto delle funzioni centrali prende forma il capitolo riguardante il lavoro da remoto che appare molto poco smart e sempre più un telelavoro 2.0.
Il nuovo documento, distribuito dall’Aran, non discosta molto dal precedente, purtroppo la strada intrapresa sembra seguire una traccia ben delineata da questo Governo e dal Ministro della PA.
Lo smart working rimane una delle possibili modalità di effettuazione della prestazione lavorativa che viene concessa solo dalle amministrazioni che ritengono di adottare il lavoro a distanza. Nessun diritto in capo al lavoratore che può solo chiederlo e sperare nella concessione.
L’esecuzione del lavoro agile deve avvenire nel territorio italiano e possibilmente in luoghi concordati con l’amministrazione, non può superare le ore giornaliere e settimanali di lavoro stabilite dal contratto, e prevede l’accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore.
L’articolazione del lavoro a distanza avviene su tre distinte fasce, quella di operatività, contattabilitá ed infine quella di inoperabilitá, confermando che la gestione del tempo non è concessa al lavoratore come aumento dell’autonomia e della fiducia, ma rimane materia che deve essere gestita dalla parte datoriale.
Infine viene specificato che nelle giornate in cui la prestazione lavorativa è agile non è possibile effettuare lavoro straordinario, trasferte, lavoro disagiato, lavoro svolto in condizioni di rischio e che il lavoro a distanza è escluso per i lavori in turno e quelli che richiedono l’utilizzo costante di strumentazioni non remotizzabili.
Pur nella consapevolezza che trattasi di una bozza, il nostro giudizio non può essere che negativo, la strada intrapresa delinea piuttosto un home working che sarà adottato solo da pochi, concesso come misura assistenziale dalle amministrazioni. Proseguendo su questo indirizzo non si migliorerà l’organizzazione del lavoro nella PA, che rimarrà di stampo fordista basata sul controllo, ordini e presenza.
Troppo poca la fiducia e l’autonomia concessa ai lavoratori pubblici, ingredienti che sarebbero necessari per migliorare l’efficienza dei servizi anche in vista di una digitalizzazione richiestaci dal PNRR.
A breve presenteremo all’Aran la nostra piattaforma sullo smart working.
Scarica la nuova bozza dedicata allo smart working qui
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