mamma lavoratrice

Pubblichiamo una bellissima testimonianza inviataci da una lavoratrice che segue il nostro progetto, in cui racconta di come lo smart working gli abbia consentito di essere madre, studente e lavoratrice.


Il lavoro da casa mi ha consentito, dal 2017, di essere madre, studente e lavoratrice. Lo smart working è quindi, a mio avviso, uno strumento di particolare utilità, pur richiedendo spiccate doti organizzative che consentano la gestione e l’ottimizzazione del tempo lavorativo.

Uno strumento che implica una autonomia che, se correttamente ed efficacemente utilizzata, agevola e rende più produttivo il lavoro.

Nel 2015, subito dopo la laurea in Giurisprudenza, ho iniziato la pratica professionale presso uno studio professionale piuttosto strutturato. Una esperienza lavorativa fondamentale, che mi ha consentito di imparare quanto sia importante la gestione del tempo, il fissarsi degli obiettivi giornalieri e settimanali e quanto sia fondamentale il check (anche giornaliero di 5 minuti) con il proprio referente. Ho altresì appreso come l’utilizzo di sistemi gestionali renda agevole il lavoro anche al di fuori dello studio.

A fine 2017, ho deciso di continuare gli studi al fine di ottenere una seconda Laurea in Economia e Finanza D’Impresa e di non proseguire la pratica forense.

Ho iniziato i corsi nel settembre del 2017, incinta di tre mesi, convinta che fosse possibile una crescita professionale che non significasse rinunciare ad avere una famiglia.

Nel 2018 ho aperto un piccolo B&B totalmente gestito da me, lavorando contemporaneamente part time da casa, occupandomi di recupero del credito e altre attività di ausilio alla professione legale.

Nel luglio del 2020 mi sono laureata con il massimo dei voti.

Un percorso faticoso, possibile solo grazie al consapevole utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione e a una rigorosa organizzazione del tempo.

In particolare, per quanto riguarda il lavoro da casa, mi pongo obiettivi settimanali, facendo poi riferimento al mio referente per i check giornalieri.

La sveglia è alle sei e, grazie all’assenza di spostamenti, riesco a lavorare fino alle 9.30, orario consueto in cui il mio bambino si sveglia. Alle 10 inizia il lavoro della baby sitter, che si protrae fino alle 13 e, in tal modo, posso lavorare per altre tre ore. Al pomeriggio lavoro ancora due ore, approfittando del riposo del bambino.

Con le modalità descritte riesco a lavorare per il tempo a me necessario – di solito superiore alle 8 ore giornaliero – ripartendo l’attività professionale secondo le mie esigenze.

In sintesi, posso affermare che lo smart working è uno strumento di particolare utilità che, se correttamente utilizzato, consente maggiore efficienza e una migliore gestione del tempo, consentendo anche di dedicare spazio ad altro.

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